Solo poco pił di sessanta anni fa milioni di persone - uomini e
donne, ma anche vecchi e bambini, ebrei, zingari,
omosessuali, Testimoni di Geova, oppositori politici,
prigionieri di guerra - sono stati perseguitati,
deportati ed assassinati in virtł di una logica di
annientamento feroce, perseguita oltre ogni limite dal
nazismo e, peraltro, condivisa dal fascismo.
E' storia ancora recente, ma che troppi hanno gią
rimosso, altri addirittura preteso di negare, e sulla
quale oggi pesa il tentativo di una strana sorta di
pacificazione, che, al di lą delle reali intenzioni,
comporta l'evidente insidia di legittimare allo stesso
modo le ragioni degli oppressori e degli oppressi, di
chi, ad esempio, ha imposto le leggi razziali e di chi
invece le ha subite, di chi in Europa ha calpestato col
terrore ogni diritto, dignitą, libertą, uguaglianza e di
chi invece ha creduto in quei valori difendendoli in
ogni modo e ad ogni costo.
Diamo un futuro alla memoria
nasce proprio dalla convinzione che sia pił che mai
necessario riproporre la memoria di quegli avvenimenti, soprattutto ai giovani, che spesso
non ne hanno alcuna cognizione, non solo in rispetto della storia passata, ma a beneficio
della presente, ancora troppo segnata dall'oltraggio alla dignitą e dal disprezzo delle
differenze. |