Associazione Coordinamento Solidarietà e Cooperazione

Salerno

mostra interattiva

Qui non ho visto nessuna farfalla

 

Le iniziative per il Giorno della Memoria 2008

prossimi appuntamenti e segnalazioni eventi

 

 

 

 

 

 

 

 

La visita a luoghi di memoria è certamente un momento imprescindibile di crescita personale e culturale per quanti abbiano intenzione di approfondire lo studio della deportazione. Il progetto Diamo un futuro alla memoria vi ha, perciò, attribuito particolare importanza partecipando, con una propria delegazione, dal 1997 al 2001 alla visita al campo di concentramento nazista di Mauthausen in concomitanza con l'incontro internazionale degli ex deportati che ogni anno si tiene al campo stesso.
Quest’anno l’attenzione è stata rivolta al contesto nazionale.
Il viaggio, della durata di cinque giorni, completamente organizzato dall’Associazione, è stato riservato a 17 unità tra insegnanti e studenti accompagnati da operatori del progetto.
L’itinerario prescelto ha avuto come mete luoghi di memoria italiani particolarmente significativi quali il Museo al Deportato ed il Campo di Fossoli, il Museo Cervi, la Risiera di San Sabba, il Museo di Montefiorino e Villa Emma.
In ognuna delle sedi è stata prevista una visita guidata dando così modo ai partecipanti di avere una conoscenza adeguata del sito e degli avvenimenti correlati attraverso il confronto con esperti o, come nel caso del Museo Cervi, con testimoni.
L’esperienza compiuta ha confermato, sia sul piano logistico che didattico, la validità dell’itinerario come proposta alternativa alle consuete gite d’istruzione organizzate dalle Scuole.

Itinerari di Liberta

7 – 11 giugno 2002

Museo al Deportato
Campo di Fossoli
Carpi - MO
Museo Cervi 
Campegine - RE
Risiera di San Sabba
Trieste
Museo di Montefiorino
Reggio Emilia
Villa Emma
Nonantola – MO

"Un itinerario della memoria, un itinerario che nutre il cuore. Venendo io da un viaggio di piacere per luoghi d’arte e d’affetti da reincontrare, sbarco col mio bagaglio in una nuova dimensione di luoghi e affetti per ricordare e ben pensare.

Il Museo al Deportato, a Carpi, dove la memoria e la verità e crudeltà del passato ti balzano alla vista e vengono letti dai tuoi occhi prima di volerlo con la testa, con i graffiti di dolore di autori famosi (Guttuso, Picasso…) che occupano pareti intere e le parole scolpite a mano nella calce fresca, stralci di lettere di condannati a morte, di tutta Europa, dai nazisti.

Parole di sofferenza, di dolore ma anche di amore per chi resta, per chi soffrirà per la propria morte, per chi rimarrà solo, per chi non capirà il perché di tale morte.

Brecht ci ammonisce da una delle frasi scolpite che sempre potrebbe tornare il mostro che libero ha camminato e si è propagato in Europa con Hitler, mai abbassare la guardia degli ideali e dell’amore, anche unilaterale, verso tutti i propri simili. 

I nomi nell’ultima stanza del museo sono la fine e un inizio per chi non vuole credere possibile che tutto ciò sia stato vero e che il nome di chiunque potrebbe essere forse, un giorno, in altro posto, per altro motivo scolpito come quello di quelle vittime.

Dalle parole della sofferenza, alla terra della sofferenza, i sentieri percorsi da piedi più tristi e meno liberi dei nostri, l’aria, il paesaggio visto da occhi meno liberi di spaziare con la fantasia dei nostri, perché la realtà della loro vita di deportati, in guerra,, non permetteva fantasia. 

Terra di Fossoli, campo di concentramento, di transito per deportati politici e razziali, da qui transitava la sofferenza che poi andava ad acuirsi fino a diventare morte, altrove; ma ogni storia ha i suoi martiri, quelli di Fossoli sono 67 deportati politici uccisi tutti insieme.

Terra di Trieste, la Risiera di San Sabba, campo di detenzione con forno crematorio e 3.000 morti uccisi alla spicciolata, 20.000 prigionieri portati in località turistiche chiamate Auschwitz, Dachau…

Terra di fatica, di sudore, di cibo e di crescita, di sofferenza in cui sopra però il sole ritorna sempre a sorgere, nonostante tutto. 

Terra di una famiglia numerosa con numerose idee, chiamate libertà, giustizia, antifascismo, internazionalismo, vita, uguaglianza, civiltà…terra dei sette fratelli Cervi falciati insieme da un’idea unica di sottomissione  e di morte, terra di un padre senza più figli ma con sette nuore (figlie) e più nipoti da far crescere anche per la memoria, oltre che per la verità.

Maria Cervi, figlia di Antenore, accompagna i partecipanti al viaggio in visita al Museo 

Terra della prima repubblica Partigiana, della prima idea di "un nuovo governo è possibile", nuovo ordinamento libero, a Montefiorino, per chi veniva come tutti da un ventennio di governo unico e fascista. Di chi con l’aiuto di tutta la popolazione ha riconquistato una terra, un ideale e ha cercato di metterlo in pratica in un’isola felice circondata da ancora tanti nemici; perché non bisogna mai solo aspettare il dopo, i tempi migliori, quando arriveranno, ma bisogno sempre rimboccarsi le maniche anche se dura solo 44 giorni. 

E allora nuovi documenti, creazione di strutture, per quanto labili e sommarie, che diano un’idea di normalità e che la tranquillità e la libertà sono ancora possibili: scuole, documenti, ordinamenti comunitari, situazione anche di svago, balli… mentre ancora si continua e c’è da combattere. Tutto questo è mostrato e dimostrato nel Museo del partigiano.

Terra che ha accolto stranieri come fossero suoi figli e gli ha salvato la vita. Terra di Modena, di Nonantola che ha accolto ragazzi ebrei orfani di vari paesi d’Europa e ha fatto conoscere alla popolazione del posto la normalità dell’essere ebreo, essere umano uguale agli altri. Terra di Villa Emma, casa dal nome antico di donna quasi a simboleggiare una madre per questi ragazzi e bambini che non l’avevano più. La madre in una casa, il padre in un prete, e un medico che riuscirono a salvarli tutti, insieme ai loro accompagnatori, dopo l’otto settembre, facendoli sparire e nascondendoli nei dintorni, nel paese, in 24 ore. 

Terra di lieto fine per una storia, in una Storia più grande di persecuzioni, deportazioni, sopraffazioni che non ne offrono molti di Happy End."

Elisabetta Citro

al Comune di Nonantola, Ombretta Piccinini racconta la storia di Villa Emma

mostre e iniziative

Anne Frank - Una storia attuale

Terezin - disegni e poesie dei bambini del campo di sterminio

Non avevamo ancora cominciato a vivere - voci e immagini dai campi di concentramento per giovani di Moringen e Uckermark

 

La Rosa bianca - Studenti contro il nazismo

 

I ragazzi ebrei di Villa Emma a Nonantola

 

La Memoria per un futuro di Pace

A scuola col duce

Qui non ho visto nessuna farfalla

2006    2007

...Festa d'aprile!

La storia cantata - Parole e musiche della Resistenza

25 aprile 2003
25 aprile 2004

Teatro, convegno e musica per ricordare la Liberazione

Itinerari di libertà

I canti del '900:

spettacolo della S.M.S. Torrione Alto di Salerno

concorso