Associazione Coordinamento Solidarietà e Cooperazione

Salerno

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4 - 10 maggio 2000

visita al campo di concentramento di Mauthausen in occasione dell'Incontro internazionale degli ex deportati

Siamo Alessia, Antonella e Stefano, alunni dell'istituto Tecnico Commerciale "G. Amendola", appena rientrati a Salerno da un viaggio fatto con l'ANED di Bologna, durante il quale abbiamo visitato il campo di concentramento di Mauthausen e quel che resta dei campi di Gusen e Melk
Ne siamo tornati con uno stato d'animo misto di dolore e incredulità.
Vi possiamo assicurare che il vedere quei luoghi è totalmente diverso che leggerne la descrizione in un libro.
Solo passare accanto ai binari dei treni dei deportati, ripercorrere, noi in bus con aria condizionata, "quella" strada che "loro" percorrevano a piedi, al gelo o nel caldo più afoso, porta nel cuore una tristezza indescrivibile.
L'immagine di Mathausen che, forse, tra le altre, rimane impressa come un chiodo nella mente, è quella della "scala della morte": 186 gradini che decidevano della vita di migliaia di uomini; siamo saliti per quella scala

e vi possiamo assicurare che è stato faticoso anche per noi che siamo diciottenni e in ottima salute.
Al di sopra delle scale, monumenti di tante nazioni onorano, su un prato verde, i rispettivi caduti; ma un tempo, oltre 50 anni fa al posto di quel prato non c'erano altro che fango, pietre e morte.
I monumenti e il prato sono sovrastati dal portone del campo che, con il suo filo spinato, ricorda il reticolato che, allora, era percorso da forti scariche elettriche per precludere ogni via di scampo ai condannati.
Il territorio interno al campo ora è tutto asfaltato: vi sono rimaste solo poche baracche poiché i nazisti bruciarono le altre per non lasciare tracce.
Le poche baracche rimaste, persino l'infermeria e la cucina, ci hanno parlato di morte.
Infine, le camere a gas e i forni crematori: rinunciamo a descriverli perché l'orrore è indescrivibile.

Il giorno 7 maggio 2000 noi eravamo lì, con gli ex deportati che ci hanno raccontato quel loro "stralcio" di vita, con tutti i particolari.
A 55 anni dalla liberazione di Mauthausen, il razzismo è ancora vivo in Europa ancora oggi alcuni rifiutano un vicino di casa solo perché "diverso" per il colore della pelle, per la religione, per le sue idee; in realtà costoro chiudono gli occhi davanti al passato ed abituano i loro figli a pensare solo a stessi; questo "razzismo urbano" è sbagliato e va cancellato; ma vedere Mauthausen, o un altro dei luoghi del Genocidio, cambia l'anima nel profondo: noi vi incitiamo a conoscere questa realtà passata, affinché anche la più piccola forma di razzismo possa scomparire.
Il passato non si dimentica; piuttosto dal passato s'impara.
Mauthausen non potrà mai scomparire: sarà sempre su quella collina a ricordare migliaia e migliaia di sofferenze.
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Al viaggio, organizzato dall'A.N.E.D di Bologna, hanno partecipato dal Sud in 28 tra accompagnatori, professori e studenti di Salerno, Cava dei Tirreni e della provincia di Taranto.
Erano presenti, inoltre, Ernesto Scelza e Ferdinando Albano, componenti del Consiglio Provinciale di Salerno

fotografie di Antonio Giordano

 

mostre e iniziative

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Non avevamo ancora cominciato a vivere - voci e immagini dai campi di concentramento per giovani di Moringen e Uckermark

 

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La Memoria per un futuro di Pace

A scuola col duce

Qui non ho visto nessuna farfalla

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La storia cantata - Parole e musiche della Resistenza

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Teatro, convegno e musica per ricordare la Liberazione

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